Il
«MASTIO» è la
costruzione più antica a noi giunta.Sorge nella parte più alta del
cocuzzolo e dobbiamo credere
che
le sue origini si fondano e confondano col castelliere e qualcuno,
confrontandolo con la torre di Augusto di Trento, lo vuole di origine
romana.Le sue fondamenta devono poggiare sul vivo della roccia o sul
solido del conglomerato, anche se tutto d'intorno sono ricolmate dal
declivio coperto di zolla rivestito di arbusti, sostenuto da rampate di
vivo sasso e da un susseguirsi e ripetersi di costruzioni, presenti e
passate confuse e confondibili.
La sua piana e asimmetrica per strategia -« non è rotonda, ne
quadrilatera, nè rettilineare, solida così »- Questo in relazione
alle armi « pesanti » antiche ed alla posizione possibili per il loro
« postamento »: per evitare che i proiettili potessero colpire e
smaltellare gli angoli, o intaccare le solide pareti e le curve avessero
a servire, anche, per deviare in aree non edificate: Così fossero stati
semplici sassi, onice o involucri incendiari rimaneva invulnerata la
torre e gli edifici alla sua base. La sua costruzione - caso unico in
tutto il castello - è di una forma e di un getto unici anche se essa
venne eseguita a fasi successive. I muri raggiungono anche i due metri
di spessore, sono formati da sassi non tanto grossi cementati con malta
di calce e sabbia, che i secoli han reso quanto mai solida.
Ha una solo porta, a mezzo giorno, ma a qualche metro dal suolo
e dal vicino palazzo la si poteva raggiungere o con una scala portatile
od anche con un poggiolo ligneo. Anche all'interno la porta è sopra
elevata. Le attuali porta e finestra furono aperte nei restauri 1894.
Nel fondo del torrione vi sono la «mute» una delle quali ancora
completa di solidi muri con solida volta, massicci stipiti di pietra,
della porta che dava nel fondo scuro: terribili prigioni « mute di luce
», povere di aria, anguste di spazio: castigo feroce se non anticamera
alla morte.
Nella canna
interna, senza angoli vivi, sono murate le mensole di pietra che
reggevano le impalcature di travi e assiti dei pavimenti: così disposti
per non compromettere la solidità dei muri con la linea dei fori della
travatura e quando queste avessero a bruciare fossero di leva
distruggitrice dei muri stessi. Solo il più alto era reso
incombustibile con il «mastego» - l'antico impasto di sabbia, calce
e mattoni pesti -. Qui vi era una bella stanza affrescata con luminosa
finestra a mezzogiorno, sicura volta di sopra, formata da pietre di
leggero tufo. Oltre un metro dal pavimento vi è un foro, che nel
grosso spessore del muro forma un cunicolo, che sale a gradini e ricurvo
fino alla sommità della torre. Questa in origine era scoperta. La volta
impermeabilizzata dal vecchio «mastego» dava un pavimento stagno, con
smaltitoio unico, verso il «Vignola». D'intorno i grossi muri della
torre salivano, alcuni gradini di pietra, fino ad un camminamento di
larghe lastre calcaree che giravano attorno ai merli a coda di
rondine. Fra due di questi vi è l'arco di cotto che dimostra la sua
origine veneta, ma che non ospita più il tradizionale «rengo». La
copertura con armatura di legno e rivestimento di coppi è posteriore,
ma vi era ancora lo scorso secolo. Del «MANIERO» centrale è ben
difficile, forse impossibile, seguire la costruzione dalle fondamenta,
ai coperti, alle cortine di merli; dalla cisterna e dalla sotterranea
cantina alla cappella. le sue origini sono legate alle curvilinee
delle pareti del torrione. Costruzione destinata ad ospitare il
«signore» del castello e difenderlo dai suoi nemici, fino dai tempi,
più antichi; costruzione legata allo sviluppo delle armi ed anche
all' arbitrio di coloro che in un succedersi di generazioni o di
«signorie» dominarono per secoli. Il nostro palazzo centrale ha la
forma di una grossa squadra, la più rustica e breve parte della quale,
era formata da grandi stanzoni da enormi camini addossata a mattina del
torrione seguita dalle stanze di passaggio e di accesso con volti
«reali» (a crociera) rivolte al cortile e poi con l'altra ala maggiore
tutta rivolta al bel sole del mezzogiorno
e con la splendida veduta sulla valle dal sinuoso ed argenteo Adige.
Nell'angolo così formato e difeso vi è il cortile con la cisterna e
poi altri manufatti murari verso la base del mastio che si
accavalcarono nei secoli, vennere> mutilati dagli uomini e
scomparvero nel tempo.

Vista
parziale dell'interno del castello |
La
vasta ala rivolta a sud aveva alle sue estremità due torri di difesa,
indubbiamente, con camminamenti di pietra sopra i coperti e dietro i
merli a coda di rondine. Alla base, parecchi metri dal suolo, vi sono
ancora a testimonianza dei tempi antichi piccole finestre circolari
ornate di pietra, capaci di dominare e difendere, di lasciar passare
aria e sole, ma nessun nemico anche se non munite di inferriate. Al
piano superiore, quello all'altezza del cortile, ed all'altro ancora vi
erano piccole finestre arcoacute, sempre con stipedi di pietre per dare
luce alla vita dei dominatori antichi. Nella
costruzione dei muri si ebbe l'accortezza di inserirvi le tubature di
cotto che portavano l'acqua dai coperti alla cisterna, che poteva
benissimo essere alimentata dalle vicine sorgenti ben sotterrate
e coperte di bosco ceduo o ghiaia inerte. Anche in questa costruzione i
pavimenti di legno e quindi incendiabili erano sostenuti da mensole
sporgenti dalle solide pareti di sassi e malta. In
pieno medioevo il nostro maniero era composto come minimo da alcune
stanze per gli armigeri ed i famigli e dal palazzo per i signori dinasti
con stanze bene esposte, ben messe, ricche di luce abbellita da
affreschi e perfino con una cappella interna. Cortile, cisterna in
piena terra a modo di sotterraneo, macina. Il tutto dominato e difeso
dal mastio e da due torri d'angolo. Venezia
lasciò larga traccia di suoi lavori con particolare riguardo in
questo parte centrale del castello. La bella rotina di archetti di cotto
reggenti la cortina di merli, che portavano la parte centrale della
facciata principale all'altezza delle torri laterali. Una bella bifora
aperta verso Ala, un intimo caminetto che con un fumaiolo a torre
superava di gran lunga i coperti; nuova disposizione di stanze, abbellimenti
ad esse ed alla cappella. E
quasi non bastasse la posizione e tanta solidità fino dai tempi più
antichi ad eccezione dell' ala a mattina, il maniera era circondato da
mura merlate che formavano una fossa chiusa da ben cinque porte e difesa
- per intero - dal mastio indomito
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