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CELANO ( AQ ) - CASTELLO PICCOLOMINI
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IL ROSONE, Archivolto del portale e Calice sec XIV | ||||
Il Rosone Il rosone, con una raggiera goticheggiante di esili colonnine collegate ad archetti a chiglia trilobati, presenta nella cornice la stessa decorazione di putti e viticci dell'archivolto del portale.
Calice sec XIV Argento dorato con medaglioni a smalto translucido con stemma dei Conti Berardi, Attualmente è esposto presso il museo d'arte sacra del castello Piccolomini di Celano
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Il PORTONE DELLA CHIESA DI SAN GIOBANNI | ||||
Nella lunetta é dipinta una madonna con Bambino tra San Giovanni Evangelista e il pontefice Bonifacio IV, originario della Marsica e vissuto nel sec. VII. La linearità della facciata fa risaltare i preziosi battenti lignei, opera di raffinati artigiani. E’ raro, se non unico l’impiego del legno utilizzato, il sambuco, che ci porta a pensare con nostalgia alla ricchezza dei nostri boschi nel tempo passato. Una cornice formata da un motivo a treccia doppia, interrotta ad intervalli regolari da una rosellina, racchiude tre quadranti. In quelli in alto, entro una sontuosa ghirlanda, sono rappresentati i Santi Giovanni Battista ed Evangelista; nei quadranti centrali sono intagliati gli stemmi dei re aragonesi, dei duchi di Amalfi e dei piccolomini; due rosoni dai mille petali chiudono infine i quadranti in basso.
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INTERNO DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI | ||||
Si nota il bellissimo organo a canne a trasmissione elettromagnetica a due tastiere con 20 registri reali e 12 meccanismi. Costruito nel 1989 dalla ditta Antonio di Renzo e inaugurato con un memorabile concerto del Maestro Arturo Sacchetti. Dopo il disastroso sisma del 13 Gennaio i lavori di ricostruzione proseguirono molto lentamente e solo il 24 agosto del 1931 l'edificio sacro fu riaperto al culto. Nel 1985 furono eseguiti i lavori di rifacimento della copertura.
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GLI AFFRESCHI | ||||
Gli affreschi, per molti anni considerati di scuola senese, sono opera di vari pittori, collegati col maestro Beffi, che lavorò a Subiaco a Santa Maria di Collemaggio, a San Giuliano di L'Aquila e a Santa Maria del Ponte di Tione, presso Beffi, con il maestro della cappella di Caldora dell'Abazia morronese di Sulmona e con il giovane pittore marsicano Andrea de Litio o Andreas de Leccio, originario di Lecce nei Marsi. I dipinti sono stati trattati nel 1940 dal Longi in " Fatti di Mesolino e di Masaccio " e dal prof. Bologna nel 1987. I recenti restauri degli affreschi hanno ridato luce e risalto alle pitture e riportano alla memoria le pareti istoriate di altre chiese romaniche, in cui i fedeli potevano leggere l'Antico e il Nuovo Testamento, la storia dei loro santi protettori, il calendario ed il miracolo, così come, riposandosi dopo un lungo cammino, potevano apprendere o ricordare analoghe storie delle Sacre Scritture, volgendo lo sguardo ai capitelli delle colonne di un chiostra I primi interventi di restauro sono stati eseguiti negli anni 1948-1970. Nel 1995 sono iniziati i lavori di consolidamento di ripulitura e di reintegro pittorico che sono tutt'ora in corso. Sulla prima campata ha operato la ditta Carla Tomasi con un finanziamento del Consorzio Beni Culturali della provincia dell'Aquila.
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LE CAMPATE PRIMA E SECONDA DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI | ||||
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LE CAMPATE TERZA E QUARTA DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI | ||||
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AFFRESCHI | ||||
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AFFRESCHI | ||||
Sull'altare laterale settecentesco in marmi intarsiati, un'altra tela raffigura l'incoronazione della Vergine con il Bambino benedicente. Il dipinto è attribuito a maestranze locali del XVI secolo
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